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Alchimia





L’alchimia è una scienza esoterica il cui primo fine era trasformare il piombo, ovvero ciò che è negativo, in oro, ovvero ciò che è positivo nell’uomo, per fargli riscoprire la sua vera “natura interna”, il proprio Dio.

Visita interiora terrae rectificando invenies occultam lapidem, veram medicinam 
(Fondamentale principio alchemico del Vitriolum)


“L’acronimo V.I.T.R.I.O.L.U.M., che viene usato nella letteratura alchemica, è formato dall’espressione latina “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem Veram Medicinam”, che significa “Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta che è la vera medicina”. Siamo quindi invitati a discendere nella terra, negli inferi, nell’inconscio. La terra è il simbolo dell’uomo fisico. L’uomo deve prendere coscienza del suo mondo interiore, di chi è, cosa sta facendo e quali sono le sue motivazioni. Una volta rivolta l’attenzione verso l’interno, si scoprirà un mondo nuovo: gli inferi dell’Ade, il regno oscuro delle ombre e dei mostri. Nel profondo dell’uomo, nell’oscurità della sua psiche, risiedono i moventi delle sue azioni. Il prendere coscienza di questi moventi profondi, è una condizione necessaria per entrare nella zona di morte illuminata dalla luna, e successivamente sperimentare la rinascita. “Rectificando”, al centro dell’acronimo VITRIOLUM, significa “correggere” gli aspetti negativi della propria psiche, purificare le emozioni negative. Serve a drizzare ciò che è cresciuto storto durante la vita. L’alchimista deve purificarsi da tutta la “sporcizia”, da tutte le sue “scorie”. Deve lavare “il corpo” per migliorarlo e perfezionarlo. È compito dell’uomo conoscere, sentire ed essere responsabile di tutte le proprie emozioni. Esse non devono essere semplicemente represse, poiché così facendo si otterrebbe l’unico effetto di “comprimerle” in qualche angolino della propria psiche, dal quale potrebbero emergere quando meno ce le aspettiamo. Vanno invece sublimate, cambiate e trasmutate in sentimenti più elevati. La repressione incatena l’uomo proprio agli oggetti che reprime, ma la purificazione li trasmuterà in elementi positivi, portandolo più vicino alla sua vera essenza. Fin quando non intraprenderemo consapevolmente la Grande Opera, dolore e sofferenza disturberanno le nostre vite. Dobbiamo affrontare i mitici mostri nella profondità del nostro inconscio e illuminarli.”


"L'alchimista lavora tutta la vita al fine di conseguire la liberazione dalla schiavitù psichica. La gabbia psichica nella quale siamo invischiati coinvolge i nostri tre corpi: fisico, emotivo (astrale) e mentale. Chi governa in maniera occulta il mondo ci tiene prigionieri attraverso i pensieri, le emozioni e le malattie fisiche (che sono una conseguenza delle emozioni negative). I pensieri vengono controllati attraverso l'educazione scolastica e l'azione dei massmedia. Le emozioni quali paura, senso di impotenza, malcontento e desiderio di vendetta vengono pianificate a tavolino e divulgate per mezzo di trasmissioni televisive e telegiornali. Il sistema immunitario viene indebolito attraverso l'inquinamento atmosferico, l'alimentazione, i vaccini e i farmaci. Liberarsi significa indentificarsi con l'anima immortale, aldilà dei tre corpi della personalità. È fondamentale realizzare che gran parte dell'operatività è volta a sollecitare, estendere e raffinare la presenza di sé, e non a perderla con frequenti stati di smarrimento, beatitudine, estasi o simili. L'operatore ricerca le esperienze enstatiche, che sono realtà non ordinarie dentro di sé, anziché le esperienze estatiche, che sono realtà non ordinarie fuori di sé."
(Giorgio Sangiorgio - Agricoltura Celeste)

"La natura gode della natura, la natura contiene la natura, la natura vince la natura."
(Ostane, alchimista dei primi secoli dopo Cristo)

"Non ci si può sbarazzare di tutti gli alchimisti in blocco considerandoli semplicemente delle teste matte. Mi pare invece assai più opportuno andare alla ricerca dei motivi che possono aver indotto persin un uomo di Chiesa come Tommaso d’Aquino, a postulare un’epifania divina accanto o sopra al proprio credo. Se il Lapis, la pietra, fosse stata solo oro, gli alchimisti sarebbero stati dei ricconi. Se fosse stato la panacea, avrebbero avuto un rimedio contro ogni malattia. Se fosse stato l’elisir di lunga vita, sarebbero vissuti mille anni e forse più. Ma tutto questo non avrebbe reso necessario parlare del Lapis in termini religiosi. Se infatti il Lapis viene celebrato come il secondo avvento del messia, allora bisogna supporre che gli alchimisti intendessero prorio qualcosa di questo genere. Essi concepivano l’Arte come un carisma, come un dono dello Spirito Santo o della Sapientia Dei; si trattava pur sempre di un’opera umana, e il misterioso figlio di Dio veniva prodotto artificialmente nella storta, sebbene il fattore decisivo fosse proprio un miracolo divino:"
(C.G.Jung, Mysterium Coniuctionis)

"Tutti perdono il loro tempo e la loro vita davanti a Dio: credenti ed empi, gente onesta e criminali, lavoratori e nullafacenti, intelligenti ed idioti, asceti e debosciati, savi ed ignoranti, geni e mediocri, gloriosi ed ignorati, dotati e maldestri, giovani e vecchi, ricchi e poveri, civilizzati e selvaggi, tutti eccetto colui che cerca follemente il suo Signore quaggiù senza distrazione e senza requie, eccetto colui che mette mano al primo limo e che fa l’opera di Dio."
(Louis Cattiaux, Il Messaggio Ritrovato X,64)

“Quando si riesce a fondere in se stessi “mascolino e femminino”, ovvero, quando percettività e logica si uniscono, si produce il matrimonio alchemico. Dall’unione nasce un terzo elemento (psichico), a se stante, che veniva descritto di natura androgina. In termini moderni, diremmo una identità transpersonale, la cui sovranità mentale non ha più ostacoli a “dialogare” con l’entità sovramondana chiamata anima.”
(Grillot de Givry – Le Grand Oeuvre)
“Nella ricerca della Pietra Filosofale, ogni pietra deve essere ispezionata.”
(massima alchemica)
“La pietra filosofale, la medicina universale, la trasmutazione dei metalli, la quadratura del cerchio e il segreto del moto perpetuo non sono nè mistificazioni della scienza, nè sogni di pazzi; sono termini che bisogna capire nel loro vero significato e che esprimono le varie manifestazioni dello stesso segreto, i differenti caratteri della stessa operazione che, in una maniera più generale, si definisce col nome di “Grande Opera”.”
(Eliphas Levi)
“La pietra filosofale è innanzitutto la creazione dell’uomo da parte di se stesso, vale a dire l’intera conquista del proprio potenziale e del proprio futuro; è in particolare la completa liberazione della propria volontà, che darà il dominio assoluto sull’Azoth e sul Regno del magnetismo, vale a dire il potere assoluto sulla forza magnetica universale.”
(Eliphas Lévi)
“L’alchimista prende una sostanza naturale, che viene detta esistente pressochè dovunque e universalmente considerata priva di valore, e la sottopone a una serie di operazioni. In tal modo ottiene il suo prodotto. In qualunque modo venga chiamato o descritto, questo prodotto è sempre una sostanza che rappresenta la verità o la perfezione della “Materia Prima” originaria; e le sue qualità sono invariabilmente tipiche di un essere vivente, non di una massa inanimata. Insomma, l’alchimista deve prendere una cosa morta, impura, priva di valore e di potere, e trasformarla in una cosa viva, inestimabile e taumaturgica. La Materia Prima è l’uomo, cioè un parassita perituro, nato dalla crosta terrestre, che si trascina rabbioso su di essa per un certo tempo, e poi ritorna alla polvere da cui è uscito. Il processo d’iniziazione consiste nel rimuovere le sue impurità, e nel trovare nel suo vero io un’intelligenza immortale, per la quale la materia non è altro che un mezzo di manifestazione. Perciò gli alchimisti dicono: “Per fare l’oro dovete prendere l’oro”; la loro arte consisteva nel portare ogni sostanza alla perfezione della sua stessa natura.”
(Aleister Crowley – Magick)

“Non possiamo trasformare in oro ciò che non è oro; per fare dell’oro materiale, dobbiamo possedere dell’oro spirituale; possiamo solo far sì che l’oro spirituale che già esiste cresca fino a una forma materiale e visibile. È una verità eterna che, senza il nostro magico fuoco segreto, nulla può essere eseguito nella nostra arte. L’ignorante non crederà in essa poichè non possiede tale fuoco e senza di questo ogni fatica è inutile. Il grande “alambicco” in cui le passioni umane sono purificate e trasformate è la mente. Il vero fuoco magico, senza il quale non può essere eseguito nulla di utile, è l’amore autoconsapevole, ovvero, il riconoscimento spirituale di se stessi. L’uomo non crea nè origina un pensiero, le idee esistono già; esse sono già presenti, per cui è possibile solo raccoglierle, elaborarle e modificarne l’espressione. Non possiamo immaginare nulla che non esista, ma siamo solo in grado di fare nuove combinazioni di quanto c’è già.”
(Franz Hartmann)


“L’Androgino alchemico appare come trionfatore del drago della vita elementare e, perciò, vincitore del quaternario degli Elementi. Delle sue due teste, una è governata dal Sole (Ragione) e l’altra dalla Luna (Immaginazione). Fra queste però si insinua la Stella di Mercurio (Intelligenza, Comprensione, Gnosi). Nella mano destra c’è il Compasso (Verità, Ragione, Intellettualità) e nella sinistra una Squadra (Equità, Sentimento, Moralità). L’adepto non può realizzare il Rebis che dopo aver dominato le attrazioni elementari. Tutto quel che vi è in lui di inferiore, di bruto, di bassamente istintivo deve esser domato, prima che gli sia consentito di attirare il Fuoco del Cielo per incorporarselo. Si tratta, in altre parole, di sormontare l’animalità, per conferire all’Uomo propriamente detto il pieno possesso di sè.”
(Oswald Wirth – Il Simbolismo Ermetico)
"La prima di queste vie è basata sull’esaltazione del principio dell’iniziativa individuale, sulla ragione e sulla volontà. È adatta al saggio, che è sempre pienamente padrone di se stesso, e che conta esclusivamente sulle risorse della propria personalità, senza aspettarsi aiuto da influenze esteriori. La seconda è esattamente il contrario della prima. Invece di sviluppare ciò che ha in sè, e di dare nella piena espansione delle sue energie intime, il mistico si preoccupa di mettersi nello stato di ricevere nella piena misura d’una ricettività coltivata con cura. In entrambe le vie iniziatiche si distinguono due fasi: la prima è la fase della preparazione e dello studio, mentre nella seconda è la fase dell’applicazione e della realizzazione. Nell’iniziazione maschile o dorica, la teoria precede la pratica, mentre nell’iniziazione femminile o ionica si verifica l’inverso, poichè il soggetto passivo è spinto ad atti realizzatori prima di poter comprendere. Per svolgere un’attività cosciente (dorismo) bisogna incominciare con l’acquisire le conoscenze. Quando l’istruzione è completata, una prova morale permette, se superata con successo, di passare alle realizzazioni pratiche. Nel campo della passività (ionismo), l’abbandono mistico si traduce immediatamente in opere; poi, grazie alle influenze esteriori, si determina un’illuminazione progressiva.”
(Oswald Wirth)




“Quando si riesce a fondere in se stessi “mascolino e femminino”, ovvero, quando percettività e logica si uniscono, si produce il matrimonio alchemico. Dall’unione nasce un terzo elemento (psichico), a se stante, che veniva descritto di natura androgina. In termini moderni, diremmo una identità transpersonale, la cui sovranità mentale non ha più ostacoli a “dialogare” con l’entità sovramondana chiamata anima.”
(Grillot de Givry – Le Grand Oeuvre)
“La natura dei lavori alchemici si può riassumere in una frase: spiritualizzazione della materia e materializzazione dello spirito. La realizzazione suprema dell’alchimia, la Grande Opera, consiste nel rianimare quella porzione di luce divina imprigionata nella materia.”
(Alejandro Jodorowsky)
“La mente come i metalli e gli elementi può essere trasmutata, da stato a stato, da grado a grado, da condizione a condizione, da polo a polo, da vibrazione a vibrazione. La vera trasmutaione ermetica è un’arte mentale.”
(Kybalion)
“Il sonno ha velato e affievolito il tuo Fuoco radiante, il tuo Oro. Occorre che ti svegli e ti riconosci nel tuo splendore e nella tua immortalità. Il mondo lunare, per quanto allettante, ti conduce all’oblio e nelle false enfasi di eccitazione. Non sostituire al Sole sfolgorante il debole riflesso della luna. Occorre che tu separi l’Immortale dal mortale, il Reale dall’irreale.”
(Raphael – La Triplice Via del Fuoco)