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Carlos Castaneda




Carlos Castaneda
 (Cajamarca, 25 dicembre 1925 – Los Angeles, 27 aprile 1998)
Sciamano, scrittore






"Un bambino esplora il mondo con pochi preconcetti, finché non gli viene insegnato a vedere le cose in un modo che corrisponde alle descrizioni su cui tutti sono d’accordo. Il mondo è un accordo. Le nostre normali aspettative circa la realtà sono create dal consenso sociale. Ci hanno insegnato a vedere e capire il mondo in un certo modo. Il trucco della socializzazione è convincerci che le descrizioni su cui concordiamo delineano i limiti del mondo reale. Ciò che noi chiamiamo realtà è solo un modo di vedere il mondo, un modo sostenuto da un consenso sociale.”
(Carlos Castaneda)


“L’uomo, che era destinato a diventare un essere magico, non è più magico. È un ordinario pezzo di carne. L’uomo non ha più sogni propri, se non quelli di un animale che è stato innalzato a diventare un pezzo di carne: sogni banali, convenzionali, idioti.”
(Carlos Castaneda)

“Noi siamo percettori, tuttavia il mondo che percepiamo è un’illusione. È stato creato da una descrizione che ci fu raccontata fin dal momento della nostra nascita. Voi seguite il riflesso delle vostre idee. Gli specchi deformanti li avete dentro, e il mondo deve adeguarvisi. Il mondo non si offre a noi direttamente; di mezzo vi è la descrizione del mondo che abbiamo imparato a vedere chiara e a prendere per certa, con le sue regole dogmatiche e inviolabili che la ragione ha imparato ad accettare e a difendere. Propriamente, quindi, noi siamo sempre a un passo di distanza e la nostra esperienza del mondo è sempre un ricordo dell’esperienza."
(Carlos Castaneda)

“La sensazione di essere in trappola la prova ogni comune mortale. È meraviglioso spezzare le nostre catene, ma anche molto indesiderabile, perchè nessuno vuole essere libero. Una volta spezzate le nostre catene noi non siamo più legati ai problemi del mondo di ogni giorno. Continuiamo a stare nel mondo della quotidianità ma non ne facciamo più parte. Per farne parte dovremmo dividere le preoccupazioni della gente e senza catene non ci riusciamo.”
(Carlos Castaneda)

“Siamo intrappolati all’interno della bolla di percezione e quello di cui siamo testimoni è un riflesso della nostra visione del mondo, la nostra descrizione. Parliamo incessantemente a noi stessi del nostro mondo ed è proprio grazie a questo nostro dialogo interiore che lo preserviamo, e ogniqualvolta continuiamo a parlarci di noi e del nostro mondo, il mondo rimane sempre come dovrebbe essere. Con questo nostro dialogo lo rinnoviamo, gli infondiamo vita, lo puntelliamo. Arrestando il dialogo interiore, sfondiamo la barriera che ci separa da noi stessi. Ogni volta che si interrompe il dialogo interiore, il mondo così come lo conosciamo collassa e affiorano aspetti di noi del tutto straordinari, come se fino a quel momento fossero stati sorvegliati a vista dalle nostre parole."
(Carlos Castaneda)

“Tenendosi saldamente aggrappato all’immagine che ha di sè, l’uomo razionale conferma la sua ignoranza abissale. Egli ignora che lo sciamanesimo non significa incantesimi e formule magiche, bensì la libertà di percepire non solo il mondo che diamo per scontato, ma quant’altro è umanamente possibile. L’uomo rabbrividisce davanti alla prospettiva della libertà. E la libertà è a un passo da lui.”
(Carlos Castaneda)



“I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un’operazione stupenda, naturalmente dal punto di vista dello stratega. Orrenda nell’ottica di chi la subisce. Ci hanno dato la loro mente! La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell’ansia da cibo e la tua altro non è che l’ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene. Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti. Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea. La nostra mentalità da schiavi, che nella cultura giudeo-cristiana ci promette consolazione nell’aldilà, non porta alcun vantaggio a noi stessi, bensì ad una forza estranea, che in cambio della nostra energia ci fornisce credenze, fedi e modi di vedere che limitano le nostre possibilità e ci fanno cadere nella dipendenza. Non c’è nulla che tu e io possiamo fare se non esercitare l’autodisciplina fino a renderci inaccessibili. Ma pensi forse di poter convincere i tuoi simili ad affrontare tali rigori? Si metterebbero a ridere e si farebbero beffe di te, e i più aggressivi ti picchierebbero a morte. Ma nel profondo di ogni essere umano c’è una consapevolezza ancestrale, viscerale, dell’esistenza dei predatori.”
(Carlos Castaneda)

“La cosa più difficile al mondo è assumere lo stato d’animo del guerriero. Non serve a nulla provare tristezza, lamentarsi e sentirsi giustificati nel farlo, credendo che gli altri ci stiano sempre facendo qualcosa. L’autocommiserazione è utile a chi ne fa uso perchè lo fa sentire importante e meritevole di condizioni migliori, di un trattamento migliore, oppure perchè è restio ad assumersi la responsabilità delle azioni che lo hanno messo nella condizione da cui l’autocommiserazione è scaturita. Nessuno fa niente a nessuno, tanto meno a un guerriero. Un guerriero accetta il suo destino, quale che sia, e lo fa in perfetta umiltà. Accetta in umiltà quello che è, non come motivo di rammarico ma come una sfida vivente. Un guerriero sceglie una strada, qualunque strada, con il cuore, e la segue; e poi si rallegra e ride. Sa, perchè vede che la sua vita finirà anche troppo presto. Vede che non c’è nulla che sia più importante di tutto il resto. La differenza fondamentale tra una persona ordinaria e un guerriero, è che il guerriero prende tutto come una sfida, mentre la persona ordinaria prende tutto come una benedizione o una maledizione.”
(Carlos Castaneda)

“Vedere significa mettere a nudo l’essenza di tutto, contemplare l’ignoto e dare un’occhiata all’inconoscibile; ma non ci porta alcun sollievo. In generale i veggenti vanno in gran crisi nel Vedere che l’esistenza è incomprensibilmente complessa e che la nostra consapevolezza quotidiana le nuoce con le sue limitazioni. È questo in verità il mistero della consapevolezza. Gli esseri umani sono immersi in questo mistero, siamo immersi nelle tenebre, nell’inesplicabile. Se consideriamo noi stessi in altri termini, quali che siano, saremmo pazzi o imbecilli. Il cammino del guerriero è estremamente pericoloso perchè rappresenta il lato opposto della condizione dell’uomo moderno che ha abbandonato il regno dell’ignoto e del misterioso e si è installato nel regno del funzionale. Ha voltato le spalle al mondo del presentimento e del giubilo e ha dato il benvenuto al mondo della noia.”
(Carlos Castaneda)

“La mente si mette d’ostacolo, complica ed offusca la percezione diretta, porta il giudizio, la mancanza di fiducia e svaluta ciò che invece avvertiamo con il cuore. La mente che interiormente continua a dire “io.., io…, io,…” con il suo rumore copre tutti gli altri segnali e le altre percezioni che sono disponibili all’uomo. Il silenzio interiore è uno stato di coscienza in cui tutti i pensieri della mente si fermano, sono come congelati e inattivi. Nel silenzio è possibile sentire quello che proviene da spazi e tempi che vanno oltre ciò che la mente in condizioni normali può percepire. È possibile accedere a conoscenze che hanno molto poco di “umano” ma che nello stesso tempo appartengono profondamente all’umanità." 
(Carlos Castaneda)

“Ci deve essere qualcosa di più che il mero passaggio sulla terra, il semplice mangiare e riprodursi. Cos’è tutto quello che ci circonda? La percezione ordinaria ci trasmette solo una parte di verità. L’arte dello stregone consiste esattamente nel permettere l’apprendimento, la scoperta e la distruzione di questo pregiudizio percettivo. La cosa importante è liberarsi dagli schemi, non sostituirli con altri. In ogni caso è molto difficile rompere gli schemi che si sono formati in gioventù. Occorre tutto il tempo e l’energia per vincere l’idiozia che è in noi. Ed è questo che conta, il resto non ha importanza. Qualsiasi persona può intraprendere il “lavoro” del guerriero. L’unico requisito è volerlo fare con determinazione; ovvero, si è impassibili nel desiderio di essere liberi. Il cammino non è facile e cerchiamo sempre delle scuse per tentare di scappare.”
(Carlos Castaneda)

“Per gli sciamani dell’antico Messico l’universo è estremamente predatorio, ma non nel senso che attribuiamo generalmente a questo termine, ovvero l’atto di depredare, rubare, ferire o sfruttare gli altri a nostro vantaggio. La condizione predatoria dell’universo significa che l’intento dell’universo è quello di mettere continuamente alla prova la consapevolezza. Il cosmo crea un numero infinito di esseri organici e inorganici. Esercitando una pressione su questi esseri, l’universo li costringe ad ampliare la loro consapevolezza e, in questo modo, tenta di raggiungere la consapevolezza di sè. Gli sciamani della stirpe di don Juan videro che la condizione essenziale dell’energia animata, organica o inorganica, è quella di trasformare l’energia dell’universo nel suo complesso in dati sensoriali. Nell’universo conoscitivo degli sciamani, quindi, la questione finale è la consapevolezza. Gli esseri umani compiono un viaggio evolutivo di consapevolezza che è stato momentaneamente interrotto da forze esterne. Non conoscono la propria essenza e sono colmi di incredibili risorse che non utilizzano mai. Gli uomini si sono ritrovati in una sorta di vortice e continuano a girare in tondo, e hanno l’impressione di muoversi con la corrente mentre invece restano fermi."
(Carlos Castaneda)


“L’Aquila, quel Potere che governa i destini di tutte le cose viventi, riflette esattamente e subito tutte queste cose viventi. Nessuno ha quindi la possibilità di supplicare l’Aquila, chiedere favori, sperare nella grazia. La parte umana dell’Aquila è troppo insignificante per smuovere il tutto. È solo dalle azioni dell’Aquila che un veggente può capire quello che desidera. L’Aquila, per quanto non si lasci toccare dalle condizioni di nessun essere vivente, concede a ciascuno di essi un dono. Ognuno, secondo i propri desideri e diritti, ha il potere, se vuole, di mantenere la fiamma della consapevolezza, il potere di disobbedire al richiamo della morte e della consunzione. A ciascun essere vivente è concesso il potere, se vuole, di cercare un passaggio verso la libertà, e di usarlo. Allo Sciamano che scorge quel passaggio, e alle creature che lo attraversano, è evidente che l’Aquila ha concesso tale dono per perpetuare la consapevolezza.”
(Carlos Castaneda)



“Le nostre vite hanno origine nell’infinito e terminano dove hanno avuto origine: nell’infinito. Il risultato finale che gli sciamani come don Juan volevano far raggiungere ai loro discepoli era una consapevolezza che, proprio per la sua semplicità, è molto difficile da ottenere: la consapevolezza che siamo esseri destinati a morire. Di conseguenza, la vera battaglia dell’uomo non è quella che combatte con i suoi simili, ma con l’infinito, e non si può neppure parlare di una battaglia; si tratta, sostanzialmente, di un’accettazione. Dobbiamo accettare volontariamente l’infinito.”
(Carlos Castaneda)

“La morte è la nostra eterna compagna. È sempre alla nostra sinistra, a un passo di distanza. Ti è sempre stata a osservare. Ti osserverà sempre fino al giorno in cui ti toccherà. Come ci si può sentire tanto importanti quando sappiamo che la morte ci da la caccia? La cosa da fare quando sei impaziente, è voltarti a sinistra e chiedere consiglio alla tua morte. Ti sbarazzi di un’enorme quantità di meschinità se la tua morte ti fa un gesto, o se ne cogli una breve visione, o se soltanto hai la sensazione che la tua compagna è lì che ti sorveglia. La morte è il solo saggio consigliere che abbiamo. Ogni volta che senti che tutto va male e che stai per essere annientato, voltati verso la tua morte e chiedile se è vero; la tua morte ti dirà che hai torto; che nulla conta veramente al di fuori del suo tocco. La tua morte ti dirà: “Non ti ho ancora toccato”. Devi chiedere consiglio alla morte e sbarazzarti delle maledette meschinerie proprie degli uomini che vivono come se la morte non dovesse mai toccarli."
(Carlos Castaneda)

“Quando un uomo intraprende la via del guerriero diventa gradatamente consapevole di essersi lasciato per sempre alle spalle la vita ordinaria. Ciò significa che la realtà ordinaria non può più proteggerlo e che per sopravvivere dovrà adottare un nuovo modo di vita.”
(Carlos Castaneda)


"Buona parte della nostra energia viene usata per alimentare la nostra sensazione di essere importanti; se riuscissimo a rinunciare in parte a quest'ultima, ci accadrebbero due eventi straordinari. Primo non utilizzeremmo più la nostra energia per cercare di mantenere viva l'illusione della nostra grandezza; secondo, avremmo risparmiato energia sufficiente per intravedere la vera grandezza dell'universo."
(Carlos Castaneda)

“Lo Spirito si manifesta senza sosta al guerriero. Questa però non è tutta la verità. La verità è che lo spirito si rivela a tutti con la stessa intensità e coerenza, ma solo il guerriero è costantemente sintonizzato con tali rivelazioni. La sicurezza del guerriero non è quella dell’uomo comune: l’uomo comune cerca la certezza negli occhi di chi guarda e la chiama sicurezza del sé; il guerriero cerca l’impeccabilità nei propri occhi e la chiama umiltà. L’uomo comune dipende dai suoi simili, mentre il guerriero dipende solo dall’infinito.”
(Carlos Castaneda)

“Una volta raggiunto il silenzio interiore, tutto diventa possibile.”
(Carlos Castaneda)




“Nell’universo c’è una forza indescrivibile e smisurata che gli stregoni chiamano “Intento”. In assoluto, tutto quello che esiste nell’intero cosmo, è unito all’Intento da un anello di collegamento.”
(Carlos Castaneda)